Il tempo può iniziare, per condividere e riflettere, per ricordare e modificare, per sperimentare il divenire come fine e come strumento.
Sono Lizia Dagostino. Dal 1982 sono una psicologa, formatrice e consulente nel territorio ampio delle Risorse Umane, e utilizzo la filosofia, le metodologie e gli strumenti dell’Analisi Transazionale, appresi presso la S.I.M.P.A.T., la gloriosa scuola romana guidata negli anni ’80/‘90 dalla prof.ssa Maria Teresa Romanini.
Le intense letture del pensiero, soprattutto, di Hanna Arendt, Aldo Carotenuto, Michel Foucault, Eugenio Borgna, Luisa Muraro, Roberta De Monticelli e di Rosy Braidotti (in ordine di entrata nella mia vita) hanno incrociato il mio percorso formativo accompagnandone ancora e tutt’oggi la ricerca.
Questa riflessione nasce dall’esigenza di riprendere la sostanza e la ragione della Gestione Risorse Umane (GRU) per non lasciarle andare, per non veder finire in un deliquio triste e pericoloso una professione che contribuisce a istruire, incuriosire e ad avviare percorsi mentali innovativi, sane pratiche quotidiane e che conduce alla ricchezza aziendale.
Sono convinta di esistere solo nella relazione e ho difficoltà a riconoscere, ormai da molti anni, volti che si interroghino e pensino assieme a me.
Scelgo la formula delle riflessioni scritte, certa di cercare compagnie di viaggio o lasciarmi trovare da esse.
La Comunità di Ricerca svolge il ruolo di elemento agglutinante, di lievito che dà corpo ad elementi eterogenei creando un unicum: il pane. Come per la linguistica le lingue agglutinanti (il turco, l’ungherese, lo swahili, etc…) presentano una radice con un significato basilare e una serie di suffissi derivazionali distinti tra loro che modificano semanticamente le parole ampliandone le funzioni e i codici in autonomia eppure concordanti.
Non diventerò qualcos’altro perché non sono qualcun altro.