Ho messo la vita in modalità vacanza, presso l’odore e il suono dello scoglio, sempre lui, da più di sessant’anni: le due lente colazioni, alle 5 e alle 11; il mare, di mattina alle 6.30 in estate e alle 8 in inverno; il pranzo frugale e, di seguito, più niente. Il pomeriggio, due o tre appuntamenti in studio, se richiesti. È un’altra vita ed è un’altra via, rispetto alle gare e agli obiettivi e alle rincorse. Per me e per le persone che scelgono il lavoro di consulenza e, dunque, di revisione della giornata lavorativa, propongo una nuova idea di vacanza presso di sé, una vacanza perenne, trasformando lo stile di vita quotidiano, senza più rifugi in un edonismo strutturato, arido e deludente. Le mattine lunghe, i pomeriggi intensi e le sere brevi, la lettura e lo studio. Ho incontrato, durante il confinamento in casa, le lezioni di Lucilla Giagnoni, attrice e studiosa della voce e dei movimenti corporei, prima che la parola venga consegnata nel suo significato. Il linguaggio è strumento recente di elezione per gli esseri umani. Interessante è il movimento del corpo, di tutto il corpo, che partecipa alla pronuncia. Si chiama fonosimbolismo e mi appassiona, mentre risparmio parole e ascolto il respiro. Prima della significatività del termine scelto, c’è la voce potenziale fra i suoni, le sillabe, le vocali e le consonanti, in un interscambio continuo con il corpo. La voce vibra, anticipa il fonema e racconta dell’anima, del desiderio nell’esprimere l’esistenza.