Chiara, Lizia

Siamo meravigliose pozzanghere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La novella scritta da Chiara Cannito e illustrata da Elisa Cesari, La pozzanghera illusa d’essere cielo, narra di una pozza d’acqua piovana, rinominata come cielo da una bambina, fotografata da un reporter, dipinta e decantata in versi dagli artisti. Insomma, una incosciente pozzanghera, riconosciuta come un riflesso di cielo, finisce per credere alla propria unicità e bellezza. E a desiderarsi immortale. E come dea immortale, pretende di essere intoccabile, lontana dal vecchio viandante, dall’uccellino sporco e assetato, dalla pioggia grigia.

Ma la bellezza autentica è disordinata, è alterata dalle interazioni con lo spazio, con il tempo, con il prossimo. La pozzanghera, attraverso lo sguardo e il riconoscimento altrui, può difendere la castità, scegliendo come ricomporsi dopo ogni scambio, ma non può pretendere di rimanere vergine e di non essere attraversata.

Agli esseri umani piace illudersi. Il rimanere in-ludo, nel gioco della vanità e nelle sviste del desiderio e dei sensi, è un passaggio obbligato di crescita. Ad ogni età, rinforziamo un’illusione e la difendiamo con onnipotenza e spocchia. E, ogni volta, ci tocca prendere nota di ciò che accade, misurare il limite, ripensare a ciò che avremmo voluto e non è, e riscegliere per quello che la realtà consente.

Ogni intervento psicologico si occupa della percezione di sé, della possibilità e necessità di registrare la realtà per quella che è e non per quella che desidereremmo. L’illusione è importante per coltivare il sentimento dell’attesa e il pensiero rispetto a una nuova progettualità e l’azione del primo passo verso il cambiamento.

Naturalmente, il sole asciuga ogni bellezza neutra. Invece, è in quelle rughe, in quella assenza brutta e rabbiosa che ritroviamo il senso dell’esserci sporcati, contaminati in ogni incontro. In fondo, nella fine, nella dissolvenza è custodita la bellezza dell’esistenza, oltre ogni illusione.

Nel cammino psicologico di conoscenza del carattere umano, considero un buon inizio la presa in carico delle proprie illusioni con la lettura della graphic novel di Chiara Cannito. E il lavoro di riflessione sull’illusione e sulla vanità umana, potrebbe continuare, negli anni, con la Storia della bruttezza e la Storia della bellezza del grande Eco. E sono altre storie e altre consapevolezze.

 

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